19 Novembre 2020
Di
Federica Verona

Lapsus, una libreria di quartiere allo Spaventa

Lapsus, una libreria di quartiere allo Spaventa

Abbiamo Incontrato

Libreria Lapsus

Partiamo dal parco Segantini e in dieci minuti di camminata scandita da tante chiacchiere, arriviamo in Via Meda. Poco dopo il ponte, ecco che approdiamo a Lapsus. Entriamo. E’ un posto bellissimo, ci si sente subito a casa. Alice e la sua famiglia sono indaffarati, tutti i tavoli sono occupati, chi legge un libro, chi sorseggia un cappuccino. Ci accomodiamo nel loro spazio esterno e, fatte le dovute presentazioni, si parte subito con una riflessione sul quartiere, “un quartiere in trasformazione” lo definisce una delle partecipanti al tour. 

“Noi lo stiamo vedendo anche in questi anni come sta cambiando la zona. Quando abbiamo aperto noi - che è solo quattro anni fa, ma sembra molto più tempo - qui c’erano un sacco di attività chiuse e la via era molto diversa. Mentre stavamo aprendo c’erano un sacco di piccole attività che stavano arrivando” ci racconta Alice. 
Allora, cominciamo dall’inizio. Lapsus è una realtà familiare, ci dice Alice e tutti i soci vengono da percorsi molto diversi. Alice era libraia. “Di libri, di solo libri, è molto difficile vivere oggi”. Mettendo insieme le forze hanno deciso di aprire Lapsus, con l’idea iniziale di creare una sola libreria per bambini e con la convinzione che la caffetteria, con la sua offerta di prodotti di qualità, biologici e preferibilmente a Km0, avrebbe avuto un ruolo chiave per la sostenibilità. Alice ci confida che il progetto è cambiato molto proprio ascoltando le esigenze, i bisogni, i desideri delle persone che il quartiere lo abitano e vivono quotidianamente. “Ancora prima dell’apertura c’era tanto affetto e ci chiedevano ‘ ma solo una libreria per bambini? Gli adulti non li considerate?’”. 

Lapsus è nato nel 2016, accolto con grande affetto. “Dopo quattro anni possiamo dire di essere molto felici di essere qua”. 
La selezione della zona è stata un po’ una scelta e po’ dettata dalla fortuna. Come tante piccole realtà che provano ad avviare attività che ospitano progetti innovativi a Milano, anche Alice e soci hanno fatto fatica a trovare delle mura a prezzi abbordabili. Lo spazio di Lapsus è di Aler, parte dello stabile di via Spaventa. Hanno partecipato a un’asta pubblica, hanno vinto, ristrutturato tutto e, dopo quasi un anno, Lapsus era pronto.
Chiediamo ad Alice di raccontarci un po’ il quartiere. “La periferia si sta sempre più spostando. Questo è un quartiere in grandissima trasformazione. Quando abbiamo aperto tutti ci dicevano ‘ oddio, via Spaventa, la famigerata via Spaventa!’…ma quando abbiamo aperto ci hanno accolto tutti molto bene. Probabilmente c’era bisogno di un posto così. Un posto bello dove potersi incontrare. Con molti dei nostri clienti abbiamo creato rapporti di amicizia. E la nostra clientela è fatta principalmente da abitanti della zona: studenti, professionisti, mamme con i bambini”. 

Alice ci confida che, probabilmente, se non fossero stati una realtà così radicata sul territorio e se non avessero goduto di tutto quell’affetto da parte degli abitanti della zona non sarebbero riusciti a lavorare così bene dopo la riapertura post lockdown. Lapsus ha lavorato anche durante il periodo di pieno emergenza sanitaria in realtà, con le consegne a domicilio, rinforzando ulteriormente i legami con il territorio in cui sono nati e cresciuti e partecipando, come accaduto per molte altre realtà, di un processo collettivo di rivincita del commercio di prossimità.
Prima della diffusione del Covid organizzavano conferenze, presentazioni di libri e lavoravano molto con scrittori esordienti. Speriamo tutti, con Alice, che possano riprendere presto a organizzare queste attività! Lapsus è sempre uscito poco dalle sue mura - anche se ha partecipato a iniziative come il Libro sospeso, a manifestazioni quali “Hai visto un re” - perché “è impegnativo” ci confida Alice “è un posto in cui non si finisce mai di lavorare: caffetteria, libri, il lavoro di tenersi aggiornati sulle nuove uscite, i contatti con gli editori, i social media, le recensioni. Poi c’è la parte contabile, i fornitori…è un lavoro decisamente impegnativo. E’ un’esperienza che ti da tanto e ti assorbe tanto”.

Le chiediamo di raccontarci quelli che secondo lei sono i bisogni, le mancanze e le risorse - tanto commerciali, quanto sociali e culturali - del quartiere in cui Lapsus vive. “Non mi sembra ancora una zona in cui le persone abbiano piacere a uscire a fare una passeggiata. Manca un po’ questo tipo di atmosfera. Forse è solo una sensazione in realtà, perché se uno si prende la briga di andare a visitare anche solo le vie qui intorno ci sono tantissime realtà molto carine e molto curate. Ancora non c’è quella coesione che ho visto in area San Gottardo”.

Avremmo ancora mille domande da porre e una voglia infinita di rimanere a Lapsus, ma il tempo scorre inesorabile. E’ ora di far tornare Alice alla sua operatività e, per noi, di mangiare. Uno dei partecipanti al tour lancia la proposta di andare da Gilda, trattoria storica, di quelle che trasudano storia e incontri. Alice approva e a maggior ragione, ci fidiamo! Un giro tra i libri e partiamo per esplorare ancora il quartiere, assaporandolo

Testo: Laura Petracchi
Fotografie: Federica Verona

La libreria Lapsus è stata visitata da Super il 26 settembre 2020, primo di una serie di tour organizzati nell'ambito del progetto di coinvolgimento della cittadinanza per la futura sede del Gruppo Cap. I tour sono momentaneamente sospesi nel rispetto del DPCM.