18 Aprile 2018
Di
Federica Verona

Internazionale corazon: quando gli studenti del Liceo reinterpretano i costumi dei balli sudamericani

Un percorso di arte pubblica insieme agli studenti del Liceo Caravaggio nell'ambito del programma sperimentale sul contemporaneo che si è attuato per la prima volta, su decisione dell'Istituto, con una classe del terzo anno. Un programma sull'arte contemporanea dove ogni materia si interroga su un tema condiviso che quest'anno è "l'identità".

A condurre le danze sono Elena Dragonetti, Carlo Venegoni insieme a Francesca Marconi con dei collaboratori di eccezione: alcuni componenti dei Sambos de Corazon: Mayra, Denis, Michy, Diana, Brandon e Rodrigo.

In ballo, che è uno dei progetto prodotto da Super e in collaborazione con Lacittàintorno, ha organizzato fin'ora una ventina di incontri da gennaio fino a oggi e ha coinvolto una classe di 25 studenti. L'obiettivo? Ragionare sulla contemporaneità e sull'identità come frutto di contaminazioni culturali diverse tra loro, attraverso la riformulazione di codici culturali diversi provenienti da fonti lontane geograficamente ma condensate nel contesto di Via Padova. Il tutto riversato in media artistici differenti: una coppia di costumi tradizionali rivisitati e delle azioni e performance.

 

Dopo il primo incontro che ha visto l'esibizione dei Sambos in classe e dove ai ragazzi sono state raccontate e fatte vivere, grazie alla loro esperienza, le basi della "danza caporales", il secondo incontro è stato invece una deriva in Via Padova. Da Via Prinetti, dove si trova il liceo, gli studenti divisi in gruppi e con delle mappe in mano, hanno raccolto forme colori linguaggi pattern texture e luci con l'obiettivo di definire e scegliere la palette colori del costume da progettare.

 

Agli incontri successivi, in base ai materiali raccolti, ognuno ha disegnato un vestito che riprendesse quanto osservato e fotografato durante la deriva: 7 metri di carta da pacchi dove sopra sono state esposte 100 foto, hanno fatto da ispirazione. Nel frattempo, la sartoria migrante "Senza Peli sulla lingua" ha riprodotto, sulla base di un modello tradizionale, messo a disposizione dei Sambos, un abito bianco e scomposto in modo che le forme componenti il vestito potessero essere reinterpretate dai ragazzi. 

 

Una gita fuori porta li ha poi accompagnati all'apprendimento del ricamo al Serpica Lab a Stadera, dove gli studenti hanno appreso i rudimenti dell'utilizzo di ago e filo. Proprio perchè l'obiettivo è quello di costruire un progetto condiviso e collettivo, infatti, una volta pronti i modelli, alcuni ragazzi li hanno indossati, sono state fatte delle foto e decise insieme le basi del ricamo. Dopodichè ognuno ha preso ago e filo passandoselo di mano in mano ha contribuito a costruire un'opera collettiva, un abito tradizionale delle danze sudamericane rivisitato dalle mani degli studenti attraverso un processo partecipativo e complesso che ha fatto conoscere persone e culture diverse.   

Una mostra dal 7 al 12 maggio, all'interno del Liceo, metterà in scena tutto il lavoro fatto. Nel frattempo qui potete vedere una gallery delle foto scattate da Francesca Marconi dietro le quinte.  

 

 

 

 

 

 

 

 

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