30 Gennaio 2018
Di
Federica Verona

Quando gli studenti del liceo incontrano i danzatori dell'Internazionale Corazòn

Giovedì 18 gennaio si è tenuto il primo incontro operativo di "Internazionale Corazόn", un percorso di ricerca nato a seguito della lavoro portato avanti per"In Ballo", uno dei progetti curatoriali sviluppati nell’ambito di Super il Festival delle periferie.

 

Due anni di Super hanno portato In Ballo a conoscere, incontrare, mappare diversi gruppi di giovani, ragazzi e ragazze, italiani di nome o di fatto che occupano, utilizzano e trasformano spazi pubblici, inusuali e inospitali, in vere e proprie piste da ballo.

Mezzanini delle stazioni del passante o della metropolitana, aree coperte da viadotti delle tangenziali e dei “cavalcavia”, ponti pedonali semideserti, anfiteatri, parchi e giardini pubblici, sono solo alcuni dei luoghi che abbiamo visitato e di cui abbiamo vissuto e assistito alla trasformazione in luoghi dedicati alla danza, alla trasmissione di gesti e movimenti, rituali o inventati-creati. Luoghi di incontro, ritrovo di gruppi di giovani o di intere famiglie.

 

"Internazionale Corazόn" vuole avviare un processo di confronto e scambio tra queste comunità che richiamano differenti culture e conducono pratiche educative formali e informali. Perché parlare di educazione? In molti degli incontri e delle interviste condotte si è fatto sempre più chiaro quanto infatti l’insegnamento in strada di un tipo di danza o di arte legata al movimento si accompagni all’utilizzo creativo di spazi della città degradati, alla creazione di presidi sociali sul territorio e pratiche di scambio intergenerazionale e attività culturali all’interno della comunità di quartiere e della comunità di origine. A diverse persone sarà capitato di passare la domenica pomeriggio per il Parco della Martesana e trovare intere famiglie di origine andina intente a trascorrere una giornata all’aperto con cibi, musica e danze tradizionali.

 

All’interno di questi gruppi i danzatori più esperti insegnano ai più giovani passi, regole e coreografie, creando un circuito di apprendimento informale tra pari. Tale processo è anche visto con favore dai genitori, contenti che questa attività impegni i giovani in attività positive e li distolga da altre più pericolose.

 

Da gennaio a giugno di quest’anno Elena Dragonetti, Francesca Marconi e Carlo Venegoni coinvolgeranno i ragazzi di una classe del Liceo Artistico Statale “Caravaggio” in un’esperienza di contaminazione, in cui i ragazzi vivranno diverse esperienze che li metteranno a confronto con il meticciato che è alla base della nostra identità contemporanea.

 

A partire dai vestiti tradizionali, dalle danze, si vuole ricreare con gli strumenti dell'arte contemporanea un abito collettivo e una performance di gruppo. Il tutto ispirato alle storie personali dei ragazzi e all'incontro di Sambos de Corazon con la terza A. Utilizzeremo colori, forme, luci e scritte prese dalla via padova per creare un grande ricamo collettivo. Sceglieremo degli spazi del quartiere per creare set fotografici in cui studenti e ragazzi dei Sambos indosseranno e interpreteranno l'abito.  

Il progetto è in collaborazione con Lacittàintorno, il programma di Fondazione Cariplo che si propone di sviluppare e migliorare il benessere e la qualità della vita per gli abitanti dei quartieri intorno al centro storico di Milano.Come? Aumentando le iniziative culturali, economiche, creative. Rendendo la comunità locale attiva e partecipe, protagonista del proprio quartiere.  

Questo e molto altro vi racconteremo nei prossimi post.

 

Testo: Carlo Venegoni e Elena Dragonetti

Fotografie: Filippo Romano

 

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